QUANDO LA DONNA NON PAGA L’ENTRATA IN DISCOTECA

Sarà capitato, a chi frequenta luoghi come le discoteche, di imbattersi nell’offerta “stasera la donna non paga!” scritto a caratteri cubitali davanti l’entrata di un locale o semplicemente sui social network.

Giubilo, offertona, festeggiamo! Invece no.

Sì certo, dovremmo anche ringraziarvi perché non paghiamo, addirittura ci stiamo lamentando. Di base, in un semplice rapporto tra acquirente e venditore, c’è uno scambio: che sia di denaro o altro, se sono acquirente, prendo il prodotto e lascio dei soldi, se sono il venditore è il contrario, lascio il prodotto e prendo il denaro. 

E se usufruisco del prodotto ma non rilascio nient’altro? Beh, allora il prodotto sono io. 

Non è un regalo, nessuno sta facendo alcun favore al genere femminile, semplicemente il venditore sta offrendo (in questo mondo eterosessuale) la donna come oggetto di vendita. 

Secondo i dati Istat, l’affluenza maschile è maggiore rispetto a quella femminile soprattutto nei luoghi in cui si balla, dunque i titolari promettono una numerosa partecipazione femminile per il pubblico maschile, riducendo le stesse ragazze a vera e propria merce.

Così come non è un favore al genere femminile (quello di entrare gratis), non è un dispetto nemmeno per il genere maschile, ovvero quello a cui tocca pagare l’intera somma di denaro. Sono loro il target, loro che devono essere intrattenuti, in questo caso dal prodotto offerto: la presenza di donne nella discoteca.

Lascia un commento